La cultura degli Aborigeni
Qual è la storia degli Aborigeni australiani?
Da quanto tempo “esistono”?
In che modo comunicano?
Che cosa, della loro lunghissima storia, è arrivato fino ai giorni nostri?
Storia degli Aborigeni australiani
E’ come se ci fossero da sempre.
Il suono ripetitivo del didgeridoo, il loro strumento ipnotico, si perde nel tempo; se ti dovesse capitare di sentirlo in lontananza, sotto un tetto di stelle perduto nell’outback australiano, chiudi gli occhi e assapora il contatto metafisico di questo suono universale.

Il Didgeridoo, tipico strumento aborigeno – Zingaro di Macondo –
Gli Aborigeni hanno almeno 40.000 anni di storia, ma probabilmente molti di più.
Per decine di migliaia di anni sono vissuti nella convinzione di essere gli unici abitanti della Terra.
Secoli fa la loro notte non era probabilmente molto diversa rispetto a quella di oggi: fino a poco tempo fa, alcuni di loro ancora non sapevano nulla di altri esseri umani.
Non conoscevano né guerre né violenze, per lo meno non prima dell’arrivo degli europei che, esattamente com’è successo in America, hanno tentato di spazzarli via dalle loro terre.

Storia degli Aborigeni australiani – Zingaro di Macondo –
Gli inglesi arrivarono in Australia sul finire del diciottesimo secolo e, trovandosi di fronte a questi indigeni ne riconobbero solo l’esteriorità primitiva.
Per i successivi duecento anni gli Aborigeni hanno rischiato l’estinzione a causa delle nuove malattie e per le violenze perpetrate ai loro danni.
Nulla si sa riguardo al loro numero al momento dello sbarco degli inglesi. Nessuno sa quanti fossero, ma di certo la maggioranza morì durante gli scontri con gli europei, meglio armati e meglio equipaggiati.
Da quel momento i sopravvissuti vennero segregati in zone che oggi chiameremmo con il loro nome: campi di concentramento. Vennero spediti nei luoghi più inospitali dell’Australia, per lo più nei deserti e nelle foreste.
Sono sempre più convinto che il Nazismo non abbia inventato nulla e che la storia dell’uomo non sia altro che un susseguirsi di atrocità. Quello che cambia è la scala degli avvenimenti, la cassa di risonanza e il contesto, ma non esiste una pagina più nera rispetto ad altre.
Gli inizi del ventesimo secolo vedrà quasi tutti gli Aborigeni morire di fame e di stenti; molti di loro non avranno altra scelta se non quella di partire per la Prima Guerra Mondiale, ovviamente senza saperne i motivi e senza capire a chi sparassero e perché.

Storia degli Aborigeni australiani – Zingaro di Macondo –
Negli anni tra le due guerre mondiali gli Aborigeni per fortuna si rafforzarono: ormai immuni alle malattie portate dagli europei, cominciarono a riprodursi molto velocemente.
Il governo non poteva più fare finta di niente: la realtà degli Aborigeni bussava alla porta, chiedendo soluzioni politiche urgenti: nel 1934 venne varato varato l’Aborigines Act, un provvedimento attraverso il quale gli Aborigeni si videro riconosciuti la maggior parte dei diritti ritenuti oggi inalienabili.

Storia degli Aborigeni australiani – Zingaro di Macondo –
Oggi purtroppo non è raro vedere alcuni Aborigeni ai margini di quella che non è la loro società. Spesso alcolizzati, vagano per le grandi città del Nord come se non avessero speranza di rivedere la loro notte piena di stelle e di fantasia.
Il Dreamtime degli Aborigeni
Gli Aborigeni australiani sono indissolubilmente legati al concetto di Dreamtime, il famoso “tempo del sogno”.

La Storia degli Aborigeni australiani – Zingaro di Macondo –
Il Dreamtime è un immaginario tempo prima del tempo, quando la realtà era qualcosa di profondamente diverso; il mondo era abitato da strani esseri senza né forma, né sembianze, né nomi.
In quel periodo le divinità si auto generavano e danzavano sulle terre emerse, lasciando tangibili segni delle loro movenze. Montagne, laghi, alberi: tutto quello che oggi vediamo fa parte di un precedente momento rispetto alla creazione. Secondo gli Aborigeni, qualcosa o qualcuno, un dio, un essere primordiale, un totem, si è seduto proprio lì dove oggi c’è una collina, oppure ha starnutito formando quella particolare zona depressa.
Il didgeridoo. Storia degli aborigeni australiani
Il didgeridoo, con il suo monotono, quasi metafisico “did geri duuu” “did geri duuu”, che sentiamo provenire chissà da dove nelle calde notti dell’outback, ci racconta proprio il tempo del sogno.
Apri qui sotto, chiudi gli occhi e pensa alla notte e al sogno.
Il didgeridoo ci racconta le cose senza parole.
Alcuni tenacissimi anziani sono oggi responsabili della tradizione, rappresentano i custodi dei racconti, i custodi del tempo del sogno, un tempo che esisteva quando ancora la realtà doveva prendere quella forma tangibile che ha oggi.
L’arte aborigena
Siccome non hanno mai conosciuto nessuna forma di scrittura, di conseguenza non esiste letteratura aborigena, ma hanno sviluppato altre forme d’arte che hanno imparato ad affinare nel tempo con straordinaria maestria.
Hanno adoperato la pittura, utilizzandola come un vero e proprio codice simbolico di comunicazione. Esistono bellissime forme stilizzate e animali dipinti come fossero stranamente fotografati ai raggi x.
Usano ancora tecniche che per loro sono tradizionali e che per noi occidentali, ironia della sorte, sono invece estremamente recenti.
Riempirsi la bocca di pittura e spruzzarla sulla superficie sono tecniche utilizzate dagli artisti un po’ eccentrici, ma che gli Aborigeni conoscono da tempo.
Nel fondo le culture sono tutte molto simili e anche gli uomini, nella loro vaga individualità, lo sono.
Gli Aborigeni sono i vecchi della nostra Terra, dovremmo averne assoluto rispetto, aiutarli a riformarsi un’identità, una cultura, aiutarli a tornare bambini sotto le stelle di quell’outback australiano che è la loro casa prima del tempo.