Le cause della deforestazione. A che punto siamo?
Quali sono le cause della deforestazione?
E quali le sue conseguenze?
Quali sono le foreste più minacciate?
E a che punto siamo con i progetti di riforestazione e con gli Accordi di Parigi?
Deforestazione nel mondo
L’uomo è responsabile della distruzione di 15 milioni di ettari di foresta all’anno.
Questo trend è costante da circa 50 anni. Rimangono ancora circa 1500 milioni di ettari, che diviso i 15 che bruciamo, tagliamo, cementifichiamo ogni anno, fa 100.
Continuando di questo passo, dunque, tra un secolo non ci saranno più foreste?
Per fortuna nel conto bisogna anche considerare le politiche di riforestazione che alcuni paesi stanno adottando dagli anni ’90.
Ci sono, insomma, anche alcune buone notizie.
Chi sono i responsabili della deforestazione?
Le regioni meno sviluppate sono quelle che vengono deforestate ad un ritmo maggiore, principalmente a causa dell’opera di privati e degli abitanti del posto.
Africa, Asia e Sud America sono senz’altro le zone più colpite al mondo.
I poveri dell’Africa nera, ad esempio, vivono ancora in condizioni di nomadismo: sono contadini senza terra costretti ad emigrare di continuo verso aree forestali per praticarvi un’agricoltura di mera sussistenza.
Dopo aver utilizzato il territorio, non conoscendo le tecniche moderne di coltivazione, lo abbandonano e si trasferiscono in altre zone. Tagliano le piante anche per usarle come combustibile, spesso l’unico che i poveri hanno a disposizione.
La povertà è dunque una delle cause principali della deforestazione, ma la ricchezza viene subito dopo.
Le grandi multinazionali operano da anni in modo selvaggio, soprattutto in Amazzonia, il famoso polmone verde del Pianeta Terra.

Le cause della deforestazione – Zingaro di Macondo –
Distruggono immense quantità di foreste per ricavarne legname pregiato e cellulosa, per trasformare le zone in pascoli e per sfruttare i giacimenti di minerali.
La responsabilità di questo tipo di deforestazione è da ricercare nel mercato “ricco” che richiede sempre più carne, legna per uso industriale e civile e carta.
Queste multinazionali non si limitano a tagliare le piante, ma spesso le sradicano.
Le cause della deforestazione. E le sue conseguenze
Eliminare le piante significa modificare il delicato equilibrio di evaporazione acquea e di circolazione del calore.
La deforestazione non è un fenomeno tipico della nostra epoca, quello che preoccupa sono le dimensioni che oggi ha assunto questa tecnica di sfruttamento ambientale già utilizzata nell’Antica Roma.
La desertificazione avviene perché le foglie degli alberi non rilasciano più vapore acqueo, di conseguenza l’atmosfera diventa più secca, il suolo si riscalda sensibilmente e aumentano le escursioni termiche.
Questo processo non ha effetti solo sul microclima, ma anche su quello globale.
Come ci veniva insegnato alle elementari, l’evaporazione si fa carico di portare alle alte quote l’energia solare riflessa dalla superficie terrestre. Se si riduce l’evaporazione, la conseguenza inevitabile sarà l’innalzamento della temperatura globale.
Se è vero, com’è vero, che i cambiamenti climatici e ambientali sono sempre esistiti e da sempre sono causa dell’estinzione di alcune specie, è altrettanto vero che questa è la prima volta che sono diretta conseguenza dell’azione umana.
Estinzioni e deforestazione
Le aree di foresta tropicale sono la casa di tantissime specie endemiche, cioè che vivono solo ed esclusivamente in quella determinata zona. É evidente che eliminare la casa di questi esseri ne determina automaticamente la scomparsa.
Le cause della deforestazione. I Cambiamenti climatici
La deforestazione è una delle principali cause del cambiamento climatico.
E abbiamo visto che si deforesta essenzialmente per due motivi: per povertà e per motivi economici.
Le buone notizie di cui ti parlavo sopra vengono ad esempio dal Nord Europa: in Svezia la deforestazione è una realtà da molto tempo (se ti vengono in mente i mobili, hai avuto un pensiero corretto), ma per fortuna la legge impone di piantare tre alberi ogni volta che ne viene abbattuto uno.
La deforestazione in Italia
Sapevi che l’Italia, in materia di lotta alla deforestazione, è tra le numero uno al mondo?
Al contrario del Nord Europa, dove si taglia e si piantuma, in Italia potremmo dire che il taglio quasi non esiste alla fonte.
Sono molte le misure protettive poste in essere dal nostro paese a salvaguardia dell’ambiente e, al 2020, oltre un terzo del paese è coperto da boschi.
Il grande problema che accomuna noi a quelli del Nord Europa, purtroppo sono gli incendi, spesso dolosi, ma molto più spesso legati ai cambiamenti climatici.
Siamo dunque vittime di una spirale piuttosto allarmante: la deforestazione porta a cambiamenti climatici che portano a successive deforestazioni…
Conservation International e Amazzonia
La Conservation International, una Ong statunitense, si sta occupando dell‘Amazzonia con grande determinazione.
In Brasile, uno dei paesi che soffre di più la deforestazione, nei prossimi sei anni verranno piantati quasi 80 milioni di alberi attraverso un’avanzata tecnica che riproduce, addirittura migliorandoli, i meccanismi della selezione naturale.
In ogni micro aerea si semineranno diverse specie contemporaneamente e sarà finalmente la natura, e non l’uomo, a decidere, quale dovrà nascere e prosperare.

Le cause della deforestazione – Zingaro di Macondo –
Questa tecnica innovativa promette di decuplicare il numero di piante che potranno rinfoltire le zone rispetto alle tecniche tradizionali di semplice piantumazione.
L’India e la riforestazione da guiness dei primati
Il 2 luglio del 2017 l’India è entrata nella storia.
In un solo giorno sono stati piantati 67 milioni di alberi con una mobilitazione davvero imponente di persone: ha preso parte all’operazione circa un milione e mezzo di abitanti.
Attraverso quest’intervento spettacolare, l’India ha deciso di rispondere a quanti criticavano l’Accordo di Parigi, ritenuto da molti irraggiungibile: piantare 95 milioni di alberi entro il 2030.
Il paese asiatico ne ha piantati il 75% previsti in un solo giorno, a dimostrazione che, molto spesso, le critiche agli obiettivi di riforestazione sono guidate da interessi di parte.
Altri paesi del Terzo Mondo si stanno mobilitando, specie quelli dell’Africa Nera, devastati da un deforestazione causata da quei poveri alla ricerca di territorio da coltivare di cui ti parlavo sopra.
Quali sono i prodotti principalmente responsabili della deforestazione?
Ogni azione che compiamo ha delle ripercussioni in termini ambientali. Credo che sia davvero impossibile avere il “famoso impatto zero”.
Ma avere dei comportamenti responsabili, anzitutto a tavola, è oggi più che mai necessario.
Di seguito ti elenco gli alimenti che il WWF ritiene maggiormente responsabili della deforestazione:
- carne
- soia
- cacao
- caffè
- olio di palma
Carne e deforestazione
É la prima causa di deforestazione in Sud America, ma il consumo di carne è davvero folle anche in Europa.
Soia e deforestazione
La soia è al secondo posto, dopo la carne.
Tra l’altro, carne e soia, sono direttamente collegate, la farina di soia viene infatti utilizzata principalmente nei mangimi animali.
Cacao, caffè, olio di palma e deforestazione
L’unico modo che abbiamo di consumare in modo etico è leggere le etichette con grande attenzione. Il consumo di cacao, olio di palma e soprattutto caffè è molto alto ovunque nel mondo.
Deforestazione contro riforestazione. Chi vince?
Dunque da che parte pende la bilancia? Sono più impattanti gli effetti della deforestazione o quelli della riforestazione?
Nonostante alcuni paesi (Kenya, Finlandia, Svezia, Norvegia, Italia, Islanda, per citarne solo alcuni) stiano finalmente combattendo il problema in modo efficace, purtroppo la superficie delle foreste primarie continua a calare ad uno spaventoso ritmo dell’1% ogni 3 anni.
Il problema esiste, sta a noi risolverlo.