Le bambole Daruma
Le bambole Daruma, le cui origini si radicano nel Buddismo del V secolo.
Da sempre l’uomo porta amuleti nella speranza di sconfiggere la sfortuna.
Con il tempo alcuni di questi hanno assunto valenze che vanno ben oltre la mera superstizione, finendo per poggiare nel sub strato culturale della società.
Daruma; non solo bambole
E così anche il Giappone ha le proprie “bambole portafortuna”.
Durante il XVI secolo l’ennesima pandemia di vaiolo stava terrorizzando la popolazione; così nacquero le Daruma; con funzione di amuleto contro la malattia.
In effetti il vaiolo scomparve quasi del tutto e i giapponesi, ovviamente, diedero il merito alle Daruma, ancora oggi tra i portafortuna più in voga di tutto il paese.
Come sono fatte le bambole Daruma
Per noi occidentali, spesso poco propensi alle logiche di design orientali, le Daruma potrebbero persino mettere un po’ di paura; tradizionalmente realizzate in cartapesta, si possono trovare anche in legno, plastica o altro materiale; la loro forma ricorda quella di un ovale e sono prive di braccia, gambe e occhi per le ragioni che vedremo più sotto.
Se la forma è generalmente quella, le dimensioni possono invece variare: si va dal semplice ciondolo a quelle giganti, alte anche più di due metri.
Takasaki, la città delle bambole Daruma
La città di Takasaki, nella prefettura di Gunma, si trova nel centro del Giappone ed è lì che viene prodotta la quasi totalità delle Daruma che potrai trovare un po’ ovunque nel paese.
Le bambole Daruma. I “non occhi” delle Daruma
Al momento dell’acquisto le Daruma non hanno occhi.
Dovrà essere il proprietario a disegnare le pupille seguendo una rigida procedura: quella destra andrà disegnata dopo aver espresso un determinato desiderio, mentre la seconda solo dopo che si sarà avverato.
Le bambole Daruma. Simbolismo giapponese
Le bambole Daruma sono progettate e disegnate in modo che siano impossibili da ribaltare; anche se spinte o tirate torneranno sempre nella loro posizione originaria; una metafora di come i nostri obiettivi siano sempre lì davanti a noi nonostante le avversità della vita.
Sette volte cadi, otto volte rialzati
proverbio giapponese
In verità le bambole sono metà uomo e metà animale; le fattezze, pur essendo femminili, risultano piuttosto grottesche per la barba e per le folte sopracciglia. Queste ultime raffigurano una gru, mentre la barba il guscio di una tartaruga, entrambi ritenuti simboli di longevità e prosperità.
Sotto la barba è solitamente disegnato un “kanji”, il tipico ideogramma giapponese dal significato variabile che in questo caso sarà ascrivibile sotto il concetto di “fortuna”.
Tipologie differenti di bambole Daruma
Pur essendo tipicamente rosse e con l’aspetto che abbiamo visto, si possono trovare bambole con altri profili e altri colori; bianche, blu o verdi, esistono Daruma stilizzate, dipinte o dall’aspetto davvero curioso, ma tutte hanno un solo obiettivo finale: quello di dare fortuna al possessore.
Le bambole Daruma. Le origini
Bodhidharma fu il fondatore del Buddismo Chán in Cina, divenuto poi Buddismo Zen in Giappone.
Nel Paese del Sol Levante, Bodhidharma viene più o meno tradotto con la parola “Bodaidaruma” o, in forma abbreviata, per l’appunto Daruma.
Pur non essendo definite le sue origini, pare accertato che nacque nel V secolo probabilmente dalla famosa casta induista dei bramini; viene spesso raffigurato con una folta barba e la stessa espressione irosa che possiamo ritrovare, oggi, in molte bambole giapponesi.
Leggenda vuole che per chetare la propria rabbia, Daruma meditò per nove anni di fila fino al punto che braccia e gambe gli caddero per atrofia: ecco spiegata la mancanza di arti nelle bambole.
La bellissima filosofia Zen ha come fondamento la meditazione e Bodhidharma trascorse i suoi anni di “pensiero assoluto” nel meraviglioso monastero di Shàolín-sì (少林寺) , sul versante settentrionale del monte Sōngshān (嵩山), dove insegnò ai monaci i principi di quello che oggi è divenuta l’arte marziale del Kun Fu Shaolin.
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