Storia dei Catari e viaggio nel sud della Francia
La storia dei Catari e consigli di viaggio.
Nella prima parte ti darò alcuni consigli per il tuo viaggio, nella seconda approfondiremo la storia dei Catari fin nei minimi particolari (La storia dei Catari. Approfondimento)
Spesso mitizzata ben oltre la realtà, la storia dei Catari (o Albigesi) vale sicuramente un viaggio in Francia.
Se non vuoi guidare fino alle zone dei castelli albigesi, che distano dal confine di Ventimiglia più di 500 km, una buona alternativa è prendere un aereo fino a Tolosa, poi da lì noleggiare un’auto.
Da Tolosa a Carcassone, il centro nevralgico della storia catara, c’è un’ora di strada.
Prevedi circa una settimana per visitare le fortezze e i luoghi dei Catari, un periodo lungo abbastanza da consentirti di approfondire la storia degli Albigesi.
La zona dei castelli catari nell’estremo sud della Francia (segnalata in rosso) – Zingaro di Macondo –
I luoghi dei catari. Consigli di viaggio.
L’attuale regione dell’Occitania, in particolare quella del sud est, fu la zona eretica per antonomasia.
Una regione che durante il Medio Evo preoccupò la Chiesa di Roma proprio a causa del proliferare di questa “setta”, fino al giorno della crociata indetta da Papa Innocenzo III che li spazzò via con una ferocia e una violenza inaudite.
Dove andare per visitare le zone catare
Sono sette le zone che ti consiglio di visitare:
- Aguilar

Il castello di Aguilar – Zingaro di Macondo –
- Carcassone

Carcassone, la città dei Templari e del Canal du Midi – Zingaro di Macondo –
- Peyrepertuse

La fortezza di Peypertuse – Zingaro di Macondo –
- Puilaurens

Il Castello di Puilaurens – Zingaro di Macondo –
- Queribus

Il castello albigese di Queribus – Zingaro di Macondo –
- Termes

Il minuscolo comune di Termes – Zingaro di Macondo –
- Lastours
Questa ultima località, Lastours, comprende quattro castelli indipendenti all’interno dello stesso complesso fortificato.
I quattro castelli di Lastours sono:
- Cabaret
- Tour Régine
- Surdespine
- Quertinheux
Potrai visitare i castelli facendo base a Carcassone, visto che si trovano tutti nel raggio di 50-110 km dalla città catara per eccellenza con la sua imperdibile fortezza medievale.
Una catena montuosa degna di nota, se ti rimarrà del tempo per qualche trekking, è quella della Montagna Nera, a nord di Carcassone e visibile dal Canal du Midi che taglia in due la città nuova.
Approfondimento. La storia dei catari
Li chiamarono Catari, cioè “puri”, ma li definirono anche Albigesi, dalla città di Albi che li vide nascere.
Apparvero sulla scena verso la fine dell’Alto Medio Evo, proprio in quell’anno Mille così superstizioso da creare il substrato ottimale per lo sviluppo di storie oscure e leggendarie.
I Catari erano gnostici.
Cos’era (e cos’è) lo gnosticismo
Lo gnosticismo era una forma di Cristianesimo “parallela” rispetto a quella ufficiale e basava la fede in Dio sulla ragione e non su irrazionali concetti di dogmatismo.
Chi erano i catari (o albigesi). La storia dei catari.
Il Catarismo fu un movimento cristiano fortemente critico nei confronti della Chiesa.
Inizialmente aderirono al movimento solo i contadini, fu solo più tardi che prese piede tra i ranghi più elevati della società.
Pian piano i Catari oltrepassarono i confini regionali del Midi, arrivando persino nell’Est europeo.
In breve tempo ilCatarismo raggiunse la Bugaria e la Bosnia e in Italia era praticato un po’ ovunque.
Finché la Chiesa non li etichettò come eretici pericolosi, erano visti come pellegrini dal “cuore buono”, gente umile che viveva di lavori manuali, che digiunava e pregava per la salvezza dell’umanità intera.
Fu solo a metà del dodicesimo secolo che i Catari vennero marchiati a fuoco con l’etichetta di “eretici pericolosi per la Fede”.
In cosa credevano i catari. La storia dei Catari
Qui di seguito ti elenco i principali punti del credo albigese, in modo che tu possa avere una prima visione d’insieme:
- Il mondo intero è una creazione di Satana.
- Il sesso è male. Attraverso l’unione carnale tra uomo e donna, infatti, si continua il gioco della creazione malefica.
- Il dio raccontato dall’Antico Testamento è un dio malvagio,
probabilmente si tratta di Satana in persona.
- La Chiesa, in quanto istituzione terrena, è essa stessa “figlia” di Satana, tra le peggiori proprio perché si “maschera” con la parola di Dio.
- La proprietà privata è Male.
- Ripudio del Battesimo.
- Ripudio del Matrimonio.
- Solo “i puri”, “i perfetti” possono rivolgersi a Dio. La preghiera è riservata a loro. Mentre l’uomo comune deve attraversare un lungo periodo di “iniziazione” prima di sperare di divenire “perfetto”.
La dottrina gnostica dei Catari. La storia dei Catari
Nel precedente capitolo ti ho elencato i principali punti del credo albigese, ma il loro mondo spirituale era decisamente più complesso. Al loro interno erano ramificati in modo eterogeneo ed è davvero difficile riassumere la loro dottrina univocamente.
Se vuoi approfondire la storia dei Catari, ti rimando alla bibliografia in calce a quest’articolo.
Un sunto è comunque possibile: nel loro insieme i Catari avevano una visione del mondo manicheo, cioè dividevano la realtà in due: da una parte il Male, dall’altra il Bene. Fine: nessuna virtù mediana e nessuna eccezione.
Da una parte Satana, una specie di antedio con gli stessi poteri e la stessa forza del “Buono”, dall’altra Dio. E tutto il resto era rigidamente catalogato in questo modo.
Una visione schematica che riteneva la Chiesa nientemeno che una delle tante creazioni di Satana, un’istituzione al servizio del Demonio tra le peggiori, prorpio perché mascherata da istituzione “buona”.
Bene o male tutti i catari credevevano di essere originari del cielo, proprio come lo era Satana e come lo erano tutti gli altri esseri umani.
Al contrario della Chiesa, dunque, l’origine dell’uomo era rintracciabile nella volta celeste e non nella terra.
Niente “polvere sei e polvere ritornerai”, insomma…
L’uomo; un angelo caduto dal cielo”
L’uomo non era altro che un “angelo caduto dal cielo” e caduto piuttosto…male.

La storia dei Catari – Zingaro di Macondo –
Dopo essere stato scacciato dal cielo, infatti, il Diavolo fece della Terra il proprio regno e tutti gli “angeli caduti” divennero automaticamente suoi servi.
Lucifero era responsabile di ogni cosa materiale e visibile, dagli alberi al sole, dai fiori alla luna, mentre Dio era il creatore dell’anima e del mondo spirituale. Ciò che era visibile era opera di Satana, ciò che invece non lo era era stato creato dal dio dei cieli.
La visione estremamente manicheista dei Catari impediva loro di essere “elastici”, ragion per cui persino Jahve, il dio del Vecchio Testamento era considerato “male”, proprio perché creatore delle cose terrene e materiali.
Tutto il Vecchio Testamento era il racconto orribile di esseri malvagi, figli o servi di Lucifero che agivano secondo la sua volontà.
La figura di Gesù secondo gli albigesi. La storia dei Catari
Tra i Catari, la figura di Gesù fu oggetto di lunghi dibattiti.
Non è possibile riassumerla in modo univoco: per alcuni era un angelo inviato dal dio celeste in via del tutto eccezionale, per altri un semplice predicatore, per altri ancora un servo di Lucifero al pari di tutti gli altri uomini “impuri”.
Comunque fosse la maggior parte degli albigesi vedeva nel Nuovo Testamento il racconto del tentativo da parte di Dio di recuperare gli “angeli caduti” attraverso il proprio figlio, un punto di vista (forse il solo) piuttosto vicino a quello della Chiesa romana.
La reincarnazione secondo gli albigesi. La storia dei Catari
Gli albigesi pensavano che solo i puri, i perfetti, sarebbero risaliti al cielo, mentre tutti gli altri, cioè “i non catari”, si sarebbero reincarnati fino al raggiungimento della purezza.
La donna nella credenza albigese. La storia dei Catari
Come per la maggior parte dei credi religiosi, anche per i Catari la donna rappresentava il male assoluto.
Come abbiamo visto l’atto sessuale era il mezzo attraverso il quale Satana dava continuità alla materia e, in un mondo maschilista come quello medioevale, la “femmina” era la tentazione carnale per antonomasia, “l’esca” utilizzata da Lucifero in persona.
Questa visione del mondo cambiò radicalmente con il passare degli; molte donne del ricco Midi divennero seguaci dei Catari, ragion per cui si rivide la posizione femminile all’interno del credo.
I rituali albigesi. La storia dei Catari
I Catari pregavano e invitavano alla preghiera, ma il Padrenostro e l’Ave Maria erano riservati solo a loro. Solo i puri potevano in qualche modo rivolgersi direttamente a Dio.
Celebravano messe dette Servitium, probabilmente non più di una volta al mese, durante le quali facevano prediche, interpretavano passi del vangelo e dividevano il pane. Quest’ultimo rito era con tutta probabilità slegato dal corpo di Cristo, ma aveva un significato formale di ringraziamento a Dio.
Il consolamentum nel rituale cataro
Il Consolanentum era il rito attraverso il quale un “semplice uomo” poteva diventare Cataro.
Ovviamente tali cerimonie si svolgevano in gran segreto, a volte di notte e molto spesso in case abbandonate o in luoghi remoti, e tanto bastò per alimentare le leggende più disparate.
Il pacifismo degli albigesi. La storia dei Catari
Vegeteriani “ante litteram”, non mangiavano nessun tipo di carne, proprio perché ogni animale poteva essere la reincarnazione di un uomo in attesa di diventare puro.
In senso più esteso erano veri e propri pacifisti; non possedevano armi e non si difendevano nemmeno per difesa; fu anche per questo che la crociata si trasformò in una vera carneficina.
1100; il secolo dell’eresia
Pressapoco fino a quella data i Catari vissero tranquillamente in quel lembo estremo (e piuttosto ricco) dell’Europa mediovale.
Pare che il primo ecclesiastico a nominare ufficialmente i Catari e a designarli come eretici fu un certo Pietro il Venerabile (1092/1156), l’abate di Cluny.

La storia dei Catari – Zingaro di Macondo –
Per diverso tempo la Chiesa cattolica tenne i Catari sotto la lente di ingrandimento, anche se non più di tante altre “sette” che popolavano l’Europa intera.
Difficile ricostruire con esattezza storica il motivo per cui proprio i Catari finirono per diventare gli eretici “per antonomasia”, ma probabilmente il fatto di predicare in una regione ricca di terre e possedimenti, finì per avere un peso importante. Insomma è probabile che il vero motivo che spinse la Chiesa a trucidarli fu politico, piuttosto che squisitamente spirituale.
Non dimentichiamoci che le distanze non erano certo quelle di oggi: la Francia del Sud era un mondo remoto avvolto da un’aurea di mistero che la Chiesa fece di tutto per alimentare. Si cominciò a narrare di eretici che bevevano sangue umano e uccidevano i preti a mani nude.
Nel 1144, però, Bernardo di Chiaravalle li definiva come “orgogliosi” carichi di buoni propositi. Niente di più, segno che a metà del secolo non era ancora suonata l’ora dell’ “eresia catara”.
La crociata di Innocenzo III contro i Catari
Grazie anche al fatto che si presentavano come i poveri di Cristo, furono molti i prelati e i nobili che simpatizzarono con loro.
E, soprattutto, molti furono i nobili locali che cominciarono a proteggerli dalle mistificazioni cristiane.
Il mezzogiorno francese era un territorio liberale, intellettualmente ed economicamente progredito e ben lontano dalle interferenze cattoliche del re di Francia.
I predecessori di Innocenzo III avevano istituito il famoso Tribunale dell’Inquisizione, il cui scopo era di punire, anche con la morte, i presunti eretici.
In buona sostanza gli eretici erano tutti coloro che in un modo o nell’altro mettevano in dubbio la supremazia della Chiesa o anche solo alcuni tra i suoi precetti fondamentali.
Innocenzo III, desideroso com’era di estirpare qualsiasi tentativo di “eresia”, con gli anni estese sempre più i poteri del Tribunale.
Nel 1209 indisse la storica crociata contro i Catari, il che si tradusse nel fatto che moltissimi guerrieri vennero mandati nel sud della Francia con il preciso ordine di sterminare tutti senza pietà.
Chissà se davvero Innocenzo III abbia pronunciato la frase “Uccideteli tutti! Sarà Dio a riconoscere i propri figli!”, fatto sta che la sostanza dell’intervento fu proprio quella di uccidere l’intero popolo del luogo.
Secondo il Papa non era possibile distinguere tra Catari, simpatizzanti, protettori e cristiani eterodossi, per cui, per non penare troppo in un’operazione di cernita piuttosto complicata, ordinò di sterminare tutti, uomini, donne o bambini che fossero.
Per più di vent’anni l’esercito crociato massacrò la popolazione del sud della Francia con il solo obiettivo di radere al suolo un’intera comunità.
L’assedio di Montsegur; nascita della leggenda catara
Nel 1244 ci fu il famoso assedio di Montsegur, ormai ultimo baluardo cataro fieramente abbarbicato sui Pirenei.
Leggenda vuole che alcuni assediati riuscirono a fuggire dalla fortezza portando con loro un fantomatico tesoro o addirittura il segreto dei segreti, il famoso Sacro Graal.
La realtà è ben più prosaica e terribile: tutti gli abitanti vennero catturati e bruciati in un enorme rogo nel quale centinaia di uomini, donne e bambini arsero vivi.
Una lapide commemorativa si trova ancora oggi a Montsegur e credo valga un pensiero a prescindere dal proprio credo.
Perché ci fu una crociata contro gli Albigesi?
La domanda è più che lecita.
In fondo erano tanti i movimenti di riforma, la maggior parte dei quali non preoccupavano più di tanto la Santa Sede; i Catari non erano di certo gli unici a criticare la Chiesa.
In ogni parte d’Europa, dai Balcani fino all’Oceano Atlantico, diverse fazioni religiose invocavano a gran voce un rinnovamento del Cristianesimo.
Il fatto è che questa regione della Francia era particolarmente ricca e la nobiltà del posto era mal disposta nei confronti del Papato, ragion per cui non solo tollerò i Catari, ma probabilmente ne incoraggiò le dottrine anticonformiste ed “eretiche” proprio in funzione antipapale.
In gioco c’era dunque la reputazione della Chiesa all’interno di un territorio strategico a 360 gradi.
Papa Innocenzo III decise lo sterminio dei Catari con conseguente riduzione in stato di povertà delle genti del luogo che avevano protetto, tollerato e sostenuto la “setta eretica”.
I Catari oggi
I Bogomili, con tutta probabilità gli ultimi eredi del credo albigese, furono definitivamente spazzati via in Bosnia dall’avanzata musulmana nel XVII secolo.
Oggi è difficile indicare una posizione geografica precisa dei pochi catari sparsi nel mondo.
Probabilmente esistono ancora parecchi adepti del credo albigese, ma non c’è nessuna istituzione che faccia da “collante”.
L’Occitania, “regione catara”
Se ti capiterà di parlare con gli abitanti dell’Occitania ti renderai immediatamente conto del carattere anti conformista e poco incline ad accettare i centralismi “dogmatici”, che siano religiosi o politici.
L’Occitania è una regione molto particolare; per poco non è diventata uno stato vero e proprio, e ancora oggi possiede una lingua propria (non un dialetto, ma una vera e propria lingua!).
L’occitano è una lingua latina come latine sono gli idiomi dell’Europa sud occidentale.
Oggi l’Occitania è una semplice regione “come le altre” e i giovani non parlano più l’occitano dei padri. Una lingua che, purtroppo, poco o nulla si sta facendo per mantenere in vita.
Il fatto poi, che proprio nelle zone sud orientali della regione si sia sviluppato questo movimento religioso anti convenzionale, ha in un certo senso raddoppiato le energie “ribelli” del popolo occitano, un popolo che si sente sì francese, ma che è anche fortemente orgoglioso della propria storia, così unica e particolare da meritare senza dubbio un viaggio.
Bibliografia:
La storia dei catari:
Il vero massacro dei Catari (Repubblica)
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