La Digue, Seychelles. Il paradiso a portata di mano.

 

La Digue, Seychelles.

“Dov’è la catena per bloccare le ruote?”.

Francis sembra la personificazione della notte suprema; ha la pelle nerissima e il suo corpo riflette una densa luce ambrata.

“I’m from Nigeria”, aveva tenuto a sottolineare appena ci eravamo conosciuti.

 

africano sorridente zingaro di macondo

l’arrivo dall’isola di praslin

 

Ero appena sbarcato a La Digue.

Con ancora nella testa l’orizzonte di palme, di insenature bianchissime e dell’acqua multicolore visto dal traghetto, un ragazzo mi aveva chiesto se avevo bisogno di un taxi. I taxi a La Digue sono carrozze tirati da bellissimi buoi, lenti e inesorabili, forzuti giganti dal muso dolce.

Il conducente di quell’anacronistico mezzo di trasporto era troppo rilassato perché potessi immaginarlo alla stregua di un vero tassista, del tipo di quelli che ad esempio lavorano a Roma o a New York.

Fin da subito avevo capito che qui a La Digue tutto andava riconsiderato. Mi stavo predisponendo a riplasmare il mio sentire, a ritarare le emozioni su onde più gentili.

 

Duemila abitanti, mare caldo, spiagge stupende e gigantesche stelle notturne: questa, in poche parole, è la minuscola La Digue, Seychelles.

 

La Digue Seychelles buoi taxi

 

Gli avevo chiesto come potessi muovermi sull’isola e lui, mano sul cuore, mi aveva detto:

“Ti porto da un amico che affitta biciclette”.

Dal sorriso che mi aveva restituito credo che non fosse abituato a sentirsi dire di si.

la digue, seychelles. Quando dalla violenza nascono fiori.

 

L’abitante delle Seychelles discende da colonizzatori e schiavi africani, dunque ha generalmente una pelle mulatta. È il classico creolo, insomma. Comunque non sono rari europei, arabi e cinesi, venuti a vivere in questo paradiso per i motivi più disparati.

Un mix di etnie rigoglioso rigoglioso come la flora e la fauna di queste meravigliose isole.

 

ragazzo creolo zingaro di macondo

 

Quasi tutti gli abitanti delle Seychelles abitano nella capitale Mahè.

É un popolo pacifico e rilassato, sorridente e malinconico al tempo stesso.

Quasi tutti hanno nel viso un sorriso vagamente spento, come se non potessero dimenticarsi della ferita storica rappresentata della schiavitù.

Uomini che mettono in catene altri uomini: una realtà agghiacciante che ti porti dentro per chissà quante generazioni.

E da questa indecenza sono nati loro, frutti sorridenti di stupri immondi.

Una storica felicità nonostante tutto…

Gli abitanti di La Digue

 

Ho notato questa sorta di personalità doppia, di gente che porta nel sorriso una dolce malinconia, soprattutto qui, a La Digue.

Forse a causa del loro isolamento, o forse perché non hanno molto da fare se non guardarsi tra le pieghe dell’anima, è come se qui la storia si fosse fermata a quegli anni orribili.

A La Digue molti scherzano sul colore della loro pelle come se, ancora oggi, potesse essere una differenza così rilevante da farci dello humor nero.

“Niger” dicono di loro stessi e ridono facendo il gesto di chi porta una grossa palla al piede. Scherzano in questo modo soprattutto se sei bianco, come se ancora oggi avesse un senso parlare di queste cose.

 

Ho trovato persone di una dolcezza infinita, figli sorridenti di antichi stupri. Antichi stupri di cui l’umanità dovrà vergognarsi per sempre.

 

il mio amico francis a la digue, seychelles

 

Ma è la prima volta che vedo alle Seychelles una persona dalla carnagione così scura che quando ride i suoi denti bianchissimi risaltano persino sotto la luce tropicale di mezzogiorno.

Mi piacerebbe sapere la storia di Francis, ma giustamente lui risponde alla mia domanda iniziale, quella della catena. Una catena per bloccare le ruote, qui a La Digue, proprio non serve, mi dice ridendo come un matto.

Nessuno qui ruba biciclette, prima di tutto perché tutti hanno la loro, in secondo luogo perché un ladro verrebbe acciuffato in pochissimo tempo. E terzo perché non si ruba. Semplice, ma efficace.

 

la digue, seychelles: meraviglia minuscola

 

la digue seychelles zingaro di macondo

 

Tre chilometri per cinque, queste le dimensioni del puntino chiamato La Digue.

Uno di quei puntini che sovente mi sono trovato a fissare sul mappamondo chiedendomi se davvero ci vivessero delle persone.

 

La Digue Seychelles foresta pluviale

Zingaro di Macondo

 

Nei dieci giorni che mi fermerò su questa perla dell’Oceano Indiano, saluterò tutti come vecchi amici. La magia di La Digue è anche questa: tutti si salutano come se si conoscessero da sempre; è quasi impossibile non incrociare la stessa persona almeno un paio di volte al giorno.

La Digue è un’isola che dopo due giorni di bicicletta posso dire di conoscere a memoria.

La mia scarsissima dimestichezza con i punti cardinali ha fatto sì che riuscissi a perdermi anche qui. Una sola “strada” principale che corre lungo tutto il perimetro dell’isola. Non chiedermi come ho fatto a perdermi, perché non ho una risposta :? .

Duemila abitanti, venti automobili, un considerevolissimo numero di biciclette pro capite e alcune carrozze trainate da giganteschi buoi che qui chiamano taxi. E, certo, incantevoli, meravigliose, stupende spiagge.

A proposito, segnati queste in ordine di bellezza (secondo me):

 

  • Anse Souce d’Argent. Non solo la più bella spiaggia di La Digue, ma una delle più belle che abbia visto in vita mia. I famosi massi di granito, enormi, lucentissimi e levigati come la pelle di una pesca, si ergono sull’Oceano quasi a volerne celare la bellezza, come se fosse un paradiso da custodire. Le acque sono nientemeno che verdi, blu e turchesi. Le palme chiudono il paesaggio su una distesa infinita di sabbia talmente fine che mi ha ricordato l’impalpabile deserto del Sahara. Vacci con la bassa marea, quando l’acqua si ritira fino a formare delle piccole piscine naturali tra i massi. Se ti stanchi o ti annoi, dimmelo, verrò a darti il cambio :P .

 

ANSE SOURCE D’ARGENT

zingaro di macondo

APPROVATO Z.D.M. 100%

 

La Digue Seychelles Anse Source d'Argent

 

  • Anse Coco. Secondo posto più che meritato. Ancora più restia agli sguardi indiscreti di Source d’Argent, si nasconde al termine di una scarpinata di un’oretta scarsa, proprio in mezzo alla foresta pluviale. Segui le indicazioni per Nid d’Aigle, la punta più alta dell’isola (300 metri), poi abbandona la bici, rifiata e finalmente prendi il sentiero per Anse Coco. Meno turistica rispetto alla precedente, proprio perché più difficile da raggiungere. Se te ne penti fammi sapere 8-) .

 

anse coco zingaro di macondo

 

  • Grande Anse. Che dire? Spiaggia bianchissima e acque verdi, calde al punto giusto. Piccolo problema; non ci sono alberi, zero ombra. Andarci a mezzogiorno non è una buona idea, mentre andarci al tramonto potrebbe essere più o meno quella del secolo.

 

grande anse zingaro di macondo

 

  • Anse Patates. Piccola, dolcissima, stupenda, fantastica.

 

anse patates zingaro di macondo

 

  • Anse Severe. Una delle poche davvero attrezzate con ristorantini e chioschi di ottimo succhi di frutta. Se la fai per ultima la tua fame da pedalata sarà placata da un’ottima cucina creola.

 

anse severe zingaro di macondo

 

[box type] Le spiagge migliori per lo snorkelling sono a nord. Anse Severe e Anse Patates, in particolare, possono contare su una vita sottomarina che ti lascerà senza fiato.[/box]

 

la semplicità di la digue, seychelles

 

La Digue, Seychelles, è tutta qui; non ci sono monumenti, discoteche e la vita notturna è totalmente assente.

Manca persino la luce elettrica in molta parte delle strade (occhio di notte alle buche). Qui non troverai nulla di ciò che è legato alla velocità e alla mercificazione della felicità.

 

La Digue è come il palpito puro e perfettamente equilibrato di una farfalla silenziosa; la felicità non è in vendita quando le cose sono così semplici.