Semplici verità, profonde conoscenze
Quella volta che un monaco mi raccontò la differenza tra dolore e sofferenza.
Thon è un monaco buddista che avrà la metà dei miei anni.
“Perché soffriamo, Thon? E cos’è il dolore?”
Sono qui, in questo monastero nelle prime colline di Luang Prabang, da ormai quasi un mese. Ho imparato ad apprezzare Thon, un giovane laotiano saggio come un vecchio e dolce come un cucciolo.
Appena arrivato avevo un fardello sull’anima, una depressione che mi stava mangiando fegato e anima. Poi, lentamente, mi sono lasciato andare, ho smesso di presumere e di attendere gli eventi.
La presunzione ci porta a inevitabili sofferenze, le aspettative a delusioni ineludibili.
E dunque chiedo a Thon cose che fino a poco tempo prima non avrei chiesto nemmeno all’anziano più saggio dell’intero pianeta.
“Le cose non si possono che conoscere per mezzo del loro contrario” dice Thon.
Se vuoi essere davvero felice, devi prima provare il dolore.
Scegliere di soffrire
“Vuoi evitare il dolore come se fosse la causa del tuo male, quando in realtà è l’effetto necessario. Dovresti abbracciare il tuo dolore.”
Un’espressione che in altri tempi e in altri luoghi avrei odiato con tutto me stesso.
Ho sempre detestato gli aforismi, le frasi secche. Quelle che suonano come sentenze rispetto ad una vita, la nostra di esseri umani, molto più complessa rispetto a poche parole buttate lì per fare bella figura.
Ma saranno forse gli occhi luminosi di Thon, o forse il suono del gong che riempie l’aria del mattino, ma le semplici parole di questo giovane monaco echeggiano nella mia mente, malata di pensieri inutili, come le migliori del mondo.
Il dolore come necessità. Differenza tra dolore e sofferenza
Il dolore è inevitabile e…necessario, la sofferenza, invece, è un’opzione che possiamo e dobbiamo scartare.
Questa la sostanza del pensiero di Thon.
Quando hai imboccato una strada che non è la tua ecco che arriva il dolore, che per definizione è passeggero . E il dolore non fa altro che avvisarti che devi cambiare rotta. Mentre la sofferenza è una scelta inconscia che dura nel tempo, inutile e dannosa.
I mali dell’anima
Pensare di evitare i mali dell’anima sarebbe come sperare di cancellare il dolore fisico.
Quando ti schiacci un dito ti senti pervaso da una specie di onda elettrica. E odi il tuo dolore, bestemmi e urli parole contro il vento. Ma nè il dolore, nè il vento hanno colpe di nessun tipo se sei stato sbadato.
Il dolore fisico è un campanello di allarme che ti avvisa che se continui a fare ciò che stai facendo, il dito primo o poi lo perderai.
Quando arriva il dolore dell’anima abbraccialo, guardalo negli occhi e parla con lui, ascolta le sue parole. E, infine, ringrazialo e cambia le tue abitudini.
Se invece decidi di continuare lungo la strada che non è la tua, ecco che arriverà la sofferenza. E allora ti troverai a piangere notti intere in speranze inutili.
Come riconoscere la felicità. Differenza tra dolore e sofferenza
La felicità si riconosce attraverso il dolore, che è la reazione al suo sentimento contrario.
Se tu fossi sempre sazio non sapresti cos’è la fame, di conseguenza non apprezzeresti il buon cibo.
Devi avere fame di felicità e per arrivare a questa condizione devi stare un po’ a digiuno.
I dolori dell’anima sono necessari, una tappa obbligata nel corso della nostra lunga esistenza al fine di apprezzare i momenti di felicità.
La sofferenza, invece, è una condizione patologica paragonabile ad una malattia mentale, perché nessun dolore è per sempre.
E, dunque, come Thon quella volta, ti consiglio di abbracciare il tuo dolore, di respingere la sofferenza e di attendere le gioie della vita come il buon cibo dopo una fisiologica fame dello spirito.