Quella volta a Cuba
A spasso per Cuba
C’era questo signore seduto a terra, a Trinidad, città antica di una Cuba “rebelde”, una Cuba diversa da qualsiasi altra realtà.
Mi sono innamorato di Cuba al primo sguardo, già subito dopo il primo passo.
Gente allegra il ciel l’aiuta, così si dice, no?
Paesaggi da godere lentamente, curva dopo curva, piantagione dopo piantagione, carro dopo carro.

Quella volta a Cuba – Zingaro di Macondo –
Geograficamente Cuba fa’ i conti con l’America del Nord, con quella del Centro e con quella del Sud, ma culturalmente e socialmente non è niente di tutto questo. E in passato ha fatto amicizia con l’Unione Sovietica, ma nemmeno quella era cosa sua.
Cuba è un’isola in tutti i sensi.
In certe regioni del Centro America non mi sono sentito ovunque a mio agio, spesso col sospetto e l’attenzione per pericoli nascosti, ma qui a Cuba le persone pensano solo a stare bene e ben poco alle cose tristi dei ricchi come ad esempio diventare più ricchi ancora.
Non credo sia questione di politica, credo piuttosto c’entri qualcosa legato al sentimento.
Cuba è un paese strano, non ci sono alcune cose tipiche del resto dell’America, come i bambini che spaccano le pietre, ma nemmeno esiste l’esuberanza economica che trovi appena al di là dell’Oceano, in quella Miami piena di cubani fuggiti ai tempi della Rivoluzione castrista.

Quella volta a Cuba – Zingaro di Macondo –
E questo signore, anche lui, si dimostrerà diverso da qualsiasi altra persona di mia conoscenza.
A spasso per Cuba. Momenti a Cuba
Ci sono momenti che tutto si mette magicamente in fila e finisci per riprendere discorsi vecchi di secoli. E chi ti accende i pensieri magari nemmeno lo conoscevi fino ad un attimo prima.
Ci sono momenti che non potresti stare così bene con te stesso, con gli altri, con l’universo, se non esattamente lì dove sei con la persona che il destino ti ha messo a fianco in quel preciso istante.

Quella volta a Cuba – Zingaro di Macondo –
A me, questi momenti, capitano sui treni, specie quelli lentissimi e a lunga percorrenza, oppure nei piccoli aeroporti di città innominabili, o, ancora, lungo le stazioni sporche di povera umanità.
Oppure nelle strade calde di un’America notturna e ribelle.
Siediti
Questo signore seduto per terra, di notte, sul bellissimo pavimento stradale di Trinidad, mi disse “siediti” con un sigaro tra il sorriso.
Roba che da qualsiasi altra parte del mondo e in qualsiasi altro momento sarei fuggito, perché posso fare tutti i discorsi che vuoi, ma pure io mi spavento di chi nella vita non ha altra soluzione se non quella di stare seduto per terra.
Ma quel momento e quello spazio mi chiamarono a fare qualcosa di diverso. In viaggio ti permetti di fare cose che a casa non faresti, sei più rilassato, più a tuo agio, cose di questo tipo, non so.
Voleva parlare.
Un professore di storia, di mezza età, seduto per terra come uno straccio di vagabondo, di quelli che pensiamo ignoranti e sporchi. Sporco, se è per questo, era sporco abbastanza, mentre ignorante proprio per niente.

Quella volta a Cuba – Zingaro di Macondo –
Mi parlò della Guerra dei Trent’anni, di come francesi e inglesi avessero fatto solo guerre, tra loro soprattutto, ma anche con il resto del mondo.
E mi offrì un sigaro spezzato, e poi da bere, rum dolce e buono e forte come il caldo dei Tropici, nella classica busta di plastica. E si lasciò andare, coricato sulla schiena, a guardar le stelle, dicendo che, nonostante tutto, era contento di essere nato a Cuba.
Chiedimi dei miei sogni. A spasso per Cuba
Poi mi chiese dei miei sogni, di dove stavo andando, di cosa speravo e cosa mi piacesse fare, cosa mi facesse sentire libero e che cosa fosse, per me, la libertà.
Con una dolcezza, una signorilità, un fascino, che non dimenticherò mai.
A Cuba la cultura, l’importanza delle cose, il piacere di vivere, sono tutte cose che trovi sedute su quella Strada che è la mia maestra, così originale e unica che niente sarà mai come la sua bella polvere.
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